Gian Piero Testa, Gian Piero Testa 02-09-2014 23:57 | Qui la traduzione dell'intera lirica:
Il sonno ti avvolse
Quid πλατανὼν opacissimus ? (Plin. j. I 3)
Il sonno ti avvolse, come un albero, dal verde fogliame,
respiravi, come un albero, nella luce tranquilla,
nella sorgente diafana guardai la tua forma:
chiuse le palpebre e le ciglia increspavano l'acqua.
Nell'erba morbida le mie dita trovarono le tue dita
per un istante trattenni la tua pulsazione
e sentii che era altrove la pena del tuo cuore.
Sotto il platano, vicino all'acqua, in mezzo agli allori
il sonno ti spostava e ti scomponeva
intorno a me, accanto a me, senza che potessi sfiorarti intera,
tutt'una con il tuo silenzio:
vedendo la tua ombra farsi grande e farsi piccola,
perdersi tra le altre ombre, dentro un altro
mondo che ti lasciava e ti tratteneva.
La vita che ci hanno dato l'abbiamo vissuta.
Compiangi coloro che aspettano con tanta pazienza
perduti tra i cupi allori sotto i platani pesanti
e tutti coloro che in solitudine parlano alle cisterne e ai pozzi
e annegano dentro i cerchi della loro voce.
Compiangi il compagno che condivise le nostre privazioni e il sudore
che sprofondò nel sole come un corvo al di là dei marmi,
senza sperare nel dono della nostra ricompensa.
Dona a noi, fuori dal sonno, la bonaccia.
Mythistorima, XV - 1934
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